Pur rimanendo imbattibile nel rapporto qualità/prezzo, la terza serie della Dacia Duster dimostra quanto le vada stretta la definizione di “low cost”. Il look è azzeccato, con fari moderni, nervature sulla carrozzeria e fiancate muscolose; un carattere ulteriormente accentuato dalla versione Stepway, che si alza di 4 cm rispetto alla Streetway e indossa protezioni da crossover. Cambia musica anche all’interno: plastiche e materiali rimangono economici, ma i tanti dettagli e finezze (tra cui il rivestimento in tessuto della parte centrale della plancia) alzano l’asticella della qualità percepita. Le versioni più ricche hanno un essenziale ma efficace infotainment da 8” con connettività per Android Auto e Apple CarPlay, mentre il navigatore si paga a parte. Comoda la posizione di guida per tutte le taglie, più che discreto lo spazio per chi siede dietro. Il bagagliaio è piuttosto generoso, con 334 litri disponibili misurati dal nostro Centro prove, con una soglia da terra alta e finiture poco curate.
Come va. Pur con le limitazioni di un’auto a GPL (bombole da cambiare ogni dieci anni, parcheggio sotterraneo solo al livello -1), è proprio questa la motorizzazione preferita da tre acquirenti su quattro: consuma leggermente di più, ma il costo del gas permette di dimezzare la spesa rispetto alla benzina. Ed è anche più pimpante, guadagnando preziosi secondi in accelerazione e in ripresa, comunque lenta. Dove la Sandero tradisce maggiormente le sue radici low cost è nel confort, solo discreto: le sospensioni faticano ad assorbire gli ostacoli brevi, e i fruscii aerodinamici si percepiscono già dagli 80 km/h. Il comportamento dinamico è da auto tranquilla, che è bene non spingere al limite, dove il rollio elevato viene gestito da un controllo di stabilità ben tarato. Meglio di prima, ma comunque limitata, la presenza di Adas, con la sola frenata automatica d'emergenza e la possibilità di avere su richiesta solo l’avviso per gli angoli ciechi.