La Dacia Bigster è la “sorella” più lunga della Duster: costruita sulla medesima piattaforma (la Cmf-B del gruppo Renault) offre 23 centimetri di lunghezza in più, per un totale di 457. Apprezzabile per le escursioni in off-road leggero l’altezza da terra di 22 cm, al pari di soluzioni come gli archi passaruota e altri dettagli in Starkle, plastica che mimetizza bene i piccoli graffi. All’interno la Bigster tiene fede ai capisaldi del marchio: finiture spartane, abbinate a una buona attenzione per assemblaggi e robustezza. La plancia presenta forme non banali e soluzioni utili, come il supporto per lo smartphone, e tanti comandi fisici. Buona la leggibilità del cruscotto digitale, mentre l’infotainment da 10” ha una grafica moderna ma non è molto reattivo al tocco (in compenso offre la connettività wireless per Apple CarPlay e Android Auto). Tanto lo spazio a disposizione per i passeggeri, soprattutto in altezza e per le gambe. Il bagagliaio ha una capacità complessiva, misurata dal Centro prove, di 378 litri.
Come va. Accanto alle motorizzazioni mild hybrid da 131 CV per le versioni 4x4 e da 140 CV (anche bifuel a Gpl), la Dacia Bigster monta il nuovo powertrain 1.8 full hybrid del gruppo Renault, con 158 CV di potenza complessiva. Il funzionamento dell’unità ibrida è fluido, anche se il rumore del motore termico tende a farsi sentire in abitacolo. Ottimi invece i consumi: la media rilevata dal Centro prove è di 21,4 chilometri con un litro di benzina, che diventano ben 30,3 in città. La Bigster è un’auto che si apprezza nell'uso tranquillo, quando non si chiede troppo a telaio e sterzo: nelle manovre d’emergenza si evidenzia un intervento fin troppo deciso dell’Esp. Rumorosità a parte, il confort offerto dalle sospensioni è buono su gran parte delle asperità; per contro, la taratura morbida dell’assetto genera un marcato rollio. Gli aiuti alla guida sono quelli obbligatori per legge, con l’aggiunta del cruise control adattivo. Niente Adas di livello 2, e anche il monitoraggio dell’angolo cieco è su richiesta.